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la filosofia paradossale di Gilliam e L'esrcito dell 12 scimmie. |
gmgregori
Reg.: 31 Dic 2002 Messaggi: 4790 Da: Milano (MI)
| Inviato: 19-01-2004 18:00 |
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Concentrandoci su quello che il contesto storico attuale sta attraversando, viene lecita la domanda di come la filmografia si occupi di mostrare le future ere apocalittiche, attraverso un'elaborazione del contesto umanamente concepibile. Senza volerlo ho accennato al termine apocalittico, perchè sembra che l'evolversi di una certa filosofia nichilista, stia prendendo piede in modo impressionante. Da Blade Runner e The Day After possiamo direttamente passare alla visione del film in questione, analizzandolo nei suoi aspetti più importanti:
1) la location del mondo in superfice
2) il concetto di virus
3) l'incedere del paradossale "bene ambientalista" verso l'ecoterrore.
Considerando il mondo in superfice come concetto di mondo salvo e normale, si assiste ad una continua trasgressione della logica evolutiva, con evasioni in una realtà scissa e frammentata, resa chiara in un linguaggio filmico caratterizzato dall'andirivieni di una stessa dimensione, ora attuale, ora apocalittica, il tutto condensato in un'istante, quello del film.
Esattamente come un'immagine tachitoscopica, la pellicola è un surrogato della dicotomia realtà-incubo, il tutto costruito attraverso un sequenza scenica senza un finale, a meno che le figure impossibili esistano concretamente.Quindi considero le due dimensioni contestualizzate da Gilliam come unica spirale visiva.
Il regista scandaglia l'immaginario collettivo usufruendo delle più attuali e precise paure appetibili del momento. Ex schiavi della guerra nucleare, gli uomini si sono concentrati sempre più spesso sull'edificazione esasperata dei media, di malattie virali desuete e incurabili, alle quali l'uomo non può far fronte. Azzeccando consciamente il tema, Gilliam fa sue le paure più concrete astraendole dalle luci del lunapark in cui ci rifugiamo nel 1996 e mostrandocele crudelmente in un 2035 diabolicamente correto.
Il terzo elemento che Gilliam importa è l'incidenza e l'intensità con cui attualmente si pongono gli estremi dei movimenti salvifici, snaturati dalla natura benevola della loro genesi, per evolverli all'interno di una schizofrenica realtà che riproduce sia il prologo che l'eventuale epilogo della corteccia storta.
Il film ha destato il mio interesse per la logica attenta e curata che il regista ci offre, muovendosi all'interno del concetto che l'incurabile idea collettiva che il sole possa sorgere in eterno è tanto vero quando indimostrabile, se consideriamo il "vero" come fenomeno da noi ascritto nella culla e nella tomba dell'anima. |
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TheJoker
Reg.: 09 Gen 2004 Messaggi: 280 Da: New York (es)
| Inviato: 19-01-2004 19:43 |
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Eh...?!? Cioè, sì...ecco, come volevo dire io... azz, mi hai battuto sul tempo
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